-
5 affermazioni da smentire sulla scuola digitale
E’ con estremo piacere che colgo il testimone passatomi da Marco Dominici in un suo Tweet del’11 settembre, in cui si faceva riferimento all’articolo “Cinque affermazioni da smentire quando si parla di scuola e tecnologie“, che apre virtualmente il discorso sulle fesserie da sfatare in ambito di scuola digitale.
Ecco quindi, in ordine sparso, le mie cinque affermazioni da smentire, che naturalmente si agganciano a quelle già individuate da Marco, sulle quali concordo completamente!
1 – Metti una LIM in classe e tutto cambia!
Se solo si provasse a contare quante LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) giacciono tuttora nei magazzini di tante scuole, o quante di esse – pur debitamente installate – si limitano a fungere da schermo su cui proiettare filmati, immagini o presentazioni, ecco che sarebbe ben chiaro che con una LIM in classe non si cambia un bel niente. E’ sempre il solito discorso, già ben ripreso da Marco, del mezzo che viene confuso con l’obiettivo finale.
All’inizio dirigenti e docenti sperano ingenuamente chissà cosa, salvo poi rendersi conto che la chiave di tutta la didattica digitale è la progettazione. Ma per progettare bisogna avere ben chiaro cosa si può fare, e per questo bisogna partire da piani massicci di formazione non tanto tecnologica, quanto metodologica.
La cosiddetta Scuola 2.0 (chiamiamola un po’ come ci pare) non si scontra tanto contro ostacoli di carattere tecnologico, ma contro la mentalità di chi (dirigenti e docenti) spera di risolvere tutto semplicemente acquistando uno strumento che, per quanto potenzialmente potentissimo, deve essere usato nell’ambito di una seria e ragionata programmazione didattica basata sulle competenze. Altrimenti è tutto fumo, che in quanto tale alla lunga avvelena!
2 – La professionalità di un “docente facilitatore” è ridimensionata dal digitale.
Nulla di più falso!
Vero è che oggi ogni studente ha sempre nella propria tasca un dispositivo in grado di accedere all’intero scibile umano, che una volta veniva dispensato per mezzo dei libri e dei docenti. Vero è che mai come oggi la tradizionale lezione frontale (io parlo, tu taci e impari, poi studi e riferisci) serve davvero a poco. E vero è quindi che il docente deve riconoscere che il suo ruolo è radicalmente mutato, altrimenti l’efficacia della sua – seppur volenterosa – azione formativa tenderà fatalmente a zero.
Se ci si riflette un attimo, quello che prima era un declamatore, un dispensatore di conoscenza, insomma un professionista abituato alla comunicazione monodirezionale (che noia, che barba!), adesso diventa un vero educatore, un formatore di menti critiche, una guida insostituibile per l’acquisizione non tanto dei saperi disciplinari – che si trovano persino su Wikipedia – quanto delle competenze irrinunciabili per qualsiasi studente che presumibilmente si troverà ad affrontare professioni, problematiche e contesti che nessuno di noi oggi conosce pienamente. Oggi un insegnante deve insegnare ad imparare, a risolvere problemi… in poche parole a usare la testa in maniera autonoma e consapevole!
Ed in quest’ottica, la conoscenza ed i contenuti disciplinari sono non più l’obiettivo primario da raggiungere a tutti i costi, quanto lo strumento per attivare tali competenze, che ben combinate tra loro finiranno per formare una corretta Cultura Digitale.
3 – Il Web è uno strumento di distrazione di massa!
Non so quante volte mi sono scontrato con colleghi che provano a distruggere ogni idea innovativa dietro un “ma quando i ragazzi hanno un tablet o uno smartphone a disposizione, passano il loro tempo su Facebook a chattare…“.
Non so voi, ma quando io andavo a scuola, passavo parte (molta!) del mio tempo giocando a battaglia navale con i miei compagni, o scambiando “pizzini” con la compagna di turno da conquistare…
La scuola è da sempre sempre un luogo in cui gli studenti cercano il modo di distrarsi e di fare altro, tablet e smartphone sono i foglietti e i quaderni di oggi e certamente non sono questi la causa della distrazione di miriadi di studenti, i quali – oggi come ieri – dovrebbero essere conquistati, attratti, intrigati, interessati… altrimenti – oggi come ieri – si distraggono e pensano ad altro. Una lezione noiosa, un docente poco motivato… ecco le vere cause della distrazione di massa!
Semmai può essere vero il contrario: l’uso pianificato dei dispositivi mobili, in classe e a casa, può diventare un’arma d’attrazione di massa potentissima nelle mani dei docenti, che hanno la possibilità di coinvolgere in maniera del tutto nuova gli studenti, proponendo attività di gruppo, di condivisione e collaborative che oggi hanno senso proprio grazie alla presenza di tablet e smartphone.
4 – La rete é pericolosa!
Tutti coloro che non conoscono bene qualcosa, finiscono con l’averne paura. Dire che la rete è pericolosa, è un po’ come dire che andare in aereo è pericoloso…
Questo naturalmente non significa voler mettere la polvere sotto al tappeto ed ignorare i potenziali rischi dell’uso – magari intensivo – della rete e dei social network, ma significa ancora una volta esaltare il ruolo chiave dell’insegnante o del maestro, chiamato – come già detto prima – a guidare i propri allievi all’utilizzo consapevole di risorse oramai insostituibili come Internet ed il Web, che certamente accompagneranno – chissà in quale forma – la loro vita personale e lavorativa.
5 – Il digitale rivoluziona le teorie sull’apprendimento.
Una visione superficiale e frettolosa del digitale potrebbe portare a pensare che le cosiddette “nuove tecnologie” (ma ricordiamo che il Web ha più di 25 anni) siano di per sè portatrici di enormi rivoluzioni nel mondo della didattica. Non è così, semmai esse hanno finalmente reso finalmente alla portata di tutti i docenti quel che le “moderne” teorie della didattica teorizzavano dalla seconda metà del secolo scorso.
Vi ricordate quel che proponevano teorie quali il Costruttivismo e il Costruzionismo, tanto per citarne alcune delle più conosciute? Esse parlavano di apprendimento in contrapposizione all’insegnamento, e mettevano giustamente al centro del loro ragionamento il processo di apprendimento durante il quale l’allievo avrebbe dovuto individualizzare, metabolizzare e costruire esso stesso le proprie conoscenze, abilità e competenze, grazie ad un ambiente di apprendimento inclusivo caratterizzato da lavori di gruppo, scambio di opinioni e di materiale, libera condivisione…Tutto bellissimo, per carità… ma in tutta sincerità, quandi di noi riuscivano davvero a mettere pienamente in pratica queste splendide teorie?
Poi è arrivato il Web, poi sono arrivati i social network… parole come condividere, scambiare, pubblicare sono diventate familiari a tutti, col risultato che oggi più che mai il docente ha nelle proprie mani tanti strumenti estremamente efficaci per concretizzare in maniera piacevole ed attrattiva tutto quello che le “vecchie” teorie suggerivano.
Quindi, a ben vedere, iniziare a sperimentare in classe i social network e gli stessi dispositivi mobili che oggi tutti abbiamo in tasca o in borsa, ci renderebbe Costruttivisti e Costruzionisti per definizione, il che ci dovrebbe invogliare a fare della condivisione, dello scambio e della collaborazione i cardini del nostro splendido lavoro di docenti… i nostri ragazzi di certo ci ringrazierebbero!
Correlati
13 Settembre 2015 / Roberto Castaldo / 0
Categories: Didattica digitale, Web
Ricominciamo… Perchè valutare un docente?